Cisternino e il suo ashram, l’unica città in Puglia a salvarsi dalla Profezia dei Maya
Aspettiamo questo 21 Dicembre del 2012 da troppo tempo ormai.
Ciascuno ha ipotizzato una propria fine del mondo.
I più catastrofisti immaginano terremoti, tzunami, alluvioni e blackout.
I più romantici sperano di aspettare la fine facendo l’amore con i propri compagni (parecchi sperano solo di fare l’amore.)
I più simpatici balleranno un mega Limbo Calipso, incrociandolo a qualche altro ritmo dance.
Gli irriducibili invece andranno a #Cisternino, unico paese in Italia a sopravvivere?
Perché?
Sarà per il buon cibo o il fatto che sia uno dei borghi più belli d’ Italia?
No, Cisternino si salva grazie ad un ashram costruito per volere di Babaji nelle campagne della Valle d’Itria a modello di quello di Hairakhan. La scelta della Puglia non è casuale: Janki, sua fondatrice spiega che loro vivono nei trulli che sono come tanti piccoli templi ed insieme di pietre, e gli alberi del posto sono sacri (ulivo, fico e quercia)
Gli abitanti di questa comunità vivono seguendo gli insegnamenti di Sri Babaji, che esortava tutti gli uomini a vivere in verità, semplicità e amore, negando le caste e considerando ciascuna religione un mezzo per giungere alla stessa meta.
La prima impressione che si ha è quella di tranquillità, poi subito si viene catturati da alcuni simboli che si integrano perfettamente con la tipicità del posto. Una riproduzione di un tempio incastonato tra i trulli ti ti fa fermare e riflettere a tutto quello che hai intorno ed al contatto che si crea con la natura.
Poi senti lo scoppiettare di un fuoco e scopri che si chiama Dhuni e che è un luogo sacro dove ci si ritrova all’alba e al tramonto per meditare, fare offerte adorando la Madre Divina. E’ in attività perenne dal 1990.
La pace di questo posto ha fatto ipotizzare che Cisternino possa essere risparmiata da qualsiasi catastrofe, in realtà gli abitanti della comunità pensano che il 21 Dicembre ci sarà solamente la chiusura del Tempo Artificiale e l’ Apertura del Tempo Naturale e quindi come l’emergere di una nuova coscienza, il crollo dei vecchi valori e la nascita di nuovi.
In tutta onestà, penso che domani non succederà niente.
Quello che voglio sperare e augurare è un cambiamento per tutti. Un reimpostare la scala di valori, che forse con il passare del tempo è andata perduta. Ognuno la chiami a modo suo e ci aggiunga la credenza che preferisce, ma una sana voglia di reinventarsi, di fare quello che si ama davvero, istintivamente, sarebbe il modo giusto di iniziare una Nuova Era.
*Spezio*