La via di Roma che ha ispirato film, opere d’arte e canzoni: Via Margutta, tra fascino e stile.

“Vedessi come è bello il cielo a Via Margutta” cantava Luca Barbarossa nel suo indimenticato pezzo dedicato, tra tutte le bellezze di Roma, a questa piccola stradina, parallela delle più famosa Via del Babuino, tra Piazza del Popolo e Piazza di Spagna. Ed è vero proprio vero! Il cielo assume un altro colore visto da Via Margutta, si tinge di emozioni e di poesia, di ricordi lontani, eterei, …

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Eppure questa stradina tanto affascinante all’inizio era solo il retro dei palazzi di via del Babuino, ospitava stalle e magazzini e si parcheggiavano i carretti e le carrozze ed era frequentata per lo più dai muratori, marmisti e cocchieri. Solo nel Medioevo un artista ignoto stabilì qui una bottega dove si facevano ritratti e fontane, richiamando artisti  fiamminghi, tedeschi, inglesi ma anche italiani che iniziarono a costruire case e giardini. Fu sotto Pio IX che un giovane monsignore di origine belga bonificò questo vicolo, introdusse la fogna e lo fece diventare una strada a tutti gli effetti.

Vista di Via MarguttaUna strada particolare Via Margutta, dove non si respira lo smog della città, una strada alle pendici del Pincio, nel pieno rione Campo Marzio, il quartiere degli stranieri, diventato luogo di ristoranti di rilievo, negozi di lusso (come quello di Bulgari), gallerie d’arte, dagli anni 50 una strada esclusiva, dopo che qui furono girate alcune scene di “Vacanze Romane” (film del 1953 diretto da William Wyler, interpretato da Gregory Peck e Audrey Hepburn), abitata da Federico Fellini e Giulietta Masina, Anna Magnani, Giorgio de Chirico.

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“Marisgutta”, cioè Goccia di Mare, eufemismo per un ruscello che scendeva dalla villa dei Pincii, adoperato come scarico naturale delle acque piovane, da qui deriverebbe il suo nome oppure dal soprannome o dal cognome di un certo Giovanni “Margutte” (Margut) o forse Luigi, un barbiere, che aveva la bottega in quella strada. Una via che ha sempre ispirato tutti gli artisti, tanto che ogni anno si tiene qui la mostra all’aperto “Cento Pittori a Via Margutta”, richiamando pittori da ogni dove, accuratamente selezionati, che si esprimono con ogni forma artistica e con ogni stile esistente. Un appuntamento da non perdere assolutamente che si tiene diverse volte l’anno (consultate il link per ogni informazione).

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L’arte si respira sin da subito a Via Margutta e a chi non l’avesse già compreso mettendo piede nella strada lo ricorda la Fontana delle Arti, progettata e realizzata da Pietro Lombardi nel 1927. Su cavalletti, tavolozze, compassi da scultore e barattoli di colore appaiono due mascheroni, uno triste, l’altro allegro, a rappresentare l’alternarsi continuo degli stati d’animo ed emozioni dei veri artisti.

Fontana delle arti Via Margutta

E se all’arte voleste legare il buon cibo, magari vegetariano, vi consiglio, proprio alla fine della stessa via, di fronte ad uno scorcio sul meraviglioso giardino interno del lussuosissimo Hotel de Russie, uno dei più famosi della città di Roma, da cui se del lusso non si può godere, almeno lo si può contemplare, il RistorArte “Il Margutta”, che da oltre 30 anni mescola arte, musica e colori alla cucina vegetariana senza rinunciare ai sapori ai sapori, perché lo staff del locale crede che cucina vegetariana si basa su un atto d’amore verso se stessi e verso tutti gli esseri viventi.

“Amore vedessi com’è bello il cielo a via Margutta questa sera,
a guardarlo adesso non sembra vero che sia lo stesso cielo
dei bombardamenti, dei pittori, dei giovani poeti e dei loro amori
consumati di nascosto in un caffè.
Amore vedessi com’è bello il cielo a via Margutta insieme a te,
a guardarlo adesso non sembra vero che sia lo stesso cielo
che ci ha visto soffrire, che ci ha visto partire, che ci ha visto ..”

(Luca Barbarossa “Via Margutta”)